lunedì 18 ottobre 2010

DOCUMENTO CONCLUSIVO ASSEMBLEA -UNITI CONTRO LA CRISI-


Roma, 17 ottobre: assemblea Uniti contro la crisi - Documento conclusivo

Un'assemblea partecipatissima, con decine di interventi. A seguire la mozione finale, approvata per acclamazione alla fine dell'assemblea

18 / 10 / 2010

Oggi 17 ottobre, nella facoltà di Scienze politiche della sapienza si è svolta una grande assemblea, alla quale hanno preso parte da tutta Italia, moltissimi studenti medi e universitari e delle accademie in mobilitazione, ricercatori precari e strutturati, precari della scuola e degli enti di ricerca, centri sociali, movimenti in difesa dei beni comuni e per il diritto all'abitare. Sono intervenuti anche molti esponenti del sindacato tra cui, il segretario della Fiom - Cgil Maurizio Landini e il segrtario della Flc - Cgil Domenico Pantaleo.

Il punto di vista comune emerso dai soggetti che vi hanno partecipato è stato la registrazione del grande successo della manifestazione della Fiom e il fatto che dal 16 ottobre si è concretizzata in Italia la possibilità di riaprire una fase nuova di opposizione alla crisi. La determinazione dei metalmeccanici si è intrecciata con i movimenti e le istanze che hanno animato negli ultimi tempi i conflitti sociali nel nostro paese. Studenti, precari, movimenti sui beni comuni e in difesa del welfare, hanno composto un quadro eterogeneo ma comune che va rilanciato con strumenti nuovi e con l'avvio di un nuovo processo. In questo senso, l'appello Uniti contro la crisi, recepito da questa assemblea, è stato assunto come un punto di partenza e un'indicazione da portare avanti, nella convinzione che sono proprio gli effetti sociali della crisi e l'utilizzo politico che il governo e la confindustria ne stanno facendo, che pongono il problema della ricomposizione come condizione necessaria e non rimandabile.

La crisi globale causata dalle speculazioni finanziarie, infatti, che sempre più si sta qualificando come strutturale e non transitoria, sta colpendo diritti, salari, politiche sociali, e saccheggiando sistematicamente i beni comuni, dal lavoro al sapere, alle risorse ambientali. Questa crisi invece di determinare un radicale ripensamento del modello di sviluppo, ha piuttosto inasprito le condizioni che l'hanno causata. La risposta dei governi e delle élite economiche è stata una brusca accelerazione dei processi, già in atto da almeno trent'anni, legati alla globalizzazione neoliberista: privatizzazione dei servizi pubblici, attacco ai diritti dei lavoratori, aumento delle diseguaglianze. In Italia in particolare si è avuto un taglio indiscriminato delle risorse per scuola, università e sanità, perpetrati attraverso criteri autoritari e aziendali in tutti i settori, dai luoghi di lavoro a quelli della formazione. Questo attacco è giustificato con la retorica dell'austerità: in realtà le ingenti spese militari svelano come queste retoriche siano del tutto false e infondate.

La crisi non è solo economica, ma anche politica. L'attacco ai diritti dei lavoratori, in particolare al diritto di sciopero e alla contrattazione collettiva, così come la ridefinizione in senso autoritario della governance dentro gli atenei definiscono un quadro in cui Governo e Confindustria vorrebbero chiudere del tutto gli spazi di democrazia, bloccando qualsiasi forma di espressione del conflitto sociale. Il caso di Pomigliano, è indicativo di una nuova forma di comando che subordina l'intera vita quotidiana alle esigenze della produzione, alle quali è costretta a piegarsi sotto il ricatto. Non è un caso che quello del ricatto sia divenuto il pradigma su cui si è fondata negli ultimi anni la precarizzazione del lavoro che ha coinvolto in prima istanza le nuove forme di impiego ed oggi si estende a tutto il mercato del lavoro. Ripensare la democrazia, in questo contesto quindi, significa ripensare anzitutto la possibilità del dissenso, dell'estensione delle forme di lotta, immaginando al contempo delle forme di partecipazione e di costruzione comune di percorsi di alternativa, anche con pratiche di democrazia diretta nei luoghi del lavoro e della formazione.

La crisi, infine, produce come prima conseguenza fondamentale la divisione e la frammentazione dei soggetti sociali e produttivi. Individualismo, competizione, paura sono gli effetti piu' immediati che le strategie economiche e di governo producono. Ma già l'esperienza di questi due giorni ci segnala una grande opportunità per i movimenti, i sindacati e le associazioni: occorre ricomporre, laddove veniamo divisi, immaginare un percorso comune, laddove invece ci viene proposta la solitudine. Uniti contro la crisi significa immaginare tutto questo insieme di possibilità, inventando un meccanismo di connessione di lotte anche differenti tra loro. Questo processo di costruzione di relazioni tra soggettività sociali, ancor di più dopo la grande giornata di ieri, è oggi già in atto. Si tratta di implementarlo nella costruzione quotidiana e di ricercarne le potenzialità. Uniti contro la crisi è un esperimento di opposizione alla crisi e di determinazione di un nuovo futuro.

Tanti sono gli studenti medi e universitari che hanno animato l'assemblea. La legge 133/2008, il DDL Gelmini, ma anche la legge Aprea sulle scuole, definiscono il quadro complessivo di smantellamento dell'istruzione pubblica. Disinvestimento, privatizzazione e distruzione della qualità del sapere sono stati assunti strategicamente dal governo, che ha sugellato decenni di riforme su scuola e università. Povertà, disoccupazione e precarietà sono le condizioni cui un'intera generazione di soggetti produttivi viene sottoposta. Già a partire dall'Onda gli studenti hanno dato vita ad un processo di trasformazione dell'università, restituendo il sapere al suo uso comune ed immaginando l'apertura di una discussione pubblica che coinvolga tutti i soggetti in campo per la costruzione di un'alternativa. Ma le mobilitazioni di queste settimane, che hanno preso vita dalla dichiarazione dell'indisponibilità dei ricercatori a sottostare al ricatto del lavoro gratuito, hanno di nuovo visto coinvolti moltissimi studenti delle scuole e dell'università. E' un fatto che la votazione sul DDL Gelmini a partire da questa opposizione diffusa sia stato rimandata a una data futura. Ma fino a quel momento gli atenei e le scuole proseguiranno la mobilitazione per rispedire al mittente una riforma sgradita e per chiedere che l'istruzione venga finanziata seriamente.

Un'occasione in tal senso importante, è la data lanciata dai precari della scuola per il prossima 30 ottobre a napoli ma che gli studenti medi e universitari intendono moltiplicare sul territorio. Così come la mobilitazione europea ed internazionale del 17 Novembre (sui territori). Una data simbolica che deve essere riempita di contenuti e di pratiche, che reclamino libero accesso alla conoscenza, finanziamenti e qualità del sapere direttamente al livello internazionale. Intendiamo inoltre attraversare la manifestazione indetta dalla Cgil il 27 novembre a Roma.

La crisi che stiamo vivendo è anche ambientale ed energetica. Uscire dalla crisi significa immaginare un modello di sviluppo che sia sostenibile. Da questo punto di vista le strategie dei governi europei e non solo procedono cieche rispetto all'emergenza climatica ed ambientale, dimostrando una completa incapacita' di dare delle risposte adeguate, cosi' come ha dimostrato il vertice di Copenaghen. L'appuntamento di Cancun è in questo senso da riprendere e rilanciare.

La necessità di costruire battaglie generali passa anche dalla difesa dei beni comuni, per la sottrazione di ambiti centrali della società contemporanea al dominio del profitto, per la ricostruzione di spazi pubblici di esperienza collettiva. Così come decisive sono le lotte che si sono espresse in questi anni contro la costruzione di opere pubbliche imposte dall'alto e sgradite alle comunità che abitano i territori. Per questo il 4 Dicembre le studentesse e gli studenti, le lavoratrici ed i lavoratori, la cittadinanza, parteciperanno alle mobilitazioni regionali indetta dai movimenti per l’acqua per chiedere una moratoria per la gestione dei servizi idrici e fino all’esito del referendum del 2011.

Il problema della crisi - ancora - ci sembra che sollevi in modo inequivocabile una questione sociale, che è anche una questione generazionale: la precarietà è l'unica forma assunta dai rapporti di lavoro e la cifra di disciplinamento delle nostre vite quotidiane. L’alternativa allo sfruttamento e alla guerra tra poveri si costruisce nella lotta radicale contro la precarietà dei rapporti di lavoro e nella rivendicazione di un nuovo welfare. Autonomia e libertà sono temi centrali sui quali costruire una grande battaglia politica e vertenziale che si snodi sui territori locali attivando anche nuove forme di contrattazione sociale e collettva, costruendo reti che mettano in comunicazione soggetti associativi, sindacali e di movimento. Bisogna costruire una grande campagna che rivendichi un welfare universale capace di stabilire un fronte comune fra soggetti differenti. Welfare universale vuol dire anzitutto rivendicare un reddito di cittadinanza per i precari. La difesa del salario oggi si deve sempre più comporre con la capacità di garantire autonomia di scelta alle persone, la possibilità concreta di poter rifiutare il ricatto della precarietà. Su questa idea bisognerà mettere in campo campagne politiche, e culturali, a livello nazionale, così come a livello territoriale. Su questi punti dirimenti a ripensare una nuova fase politica e un nuovo lessico sarà necessario pensare ad un momento di approfondimento seminariale per fine novembre che coinvolga tutti i soggetti che hanno dato vita all'assembea di oggi.

Per questo riteniamo che sia molto importante che a partire da ieri si sia aperto in Italia il dibattito sullo sciopero generale. Crediamo che lo sciopero generale sia un passaggio decisivo nella direzione della ricomposizione e generalizzazione delle lotte. Crediamo allo stesso tempo che la tematica della generalizzazione vada riaperta proprio alla luce di quanto di straordinario sta accadendo in Francia in questi giorni. Non uno sciopero simbolico, ma uno sciopero ad oltranza, generale e generalizzato e in grado effettivamente di bloccare un intero paese coinvolgendo i sindacati e le nuove generazioni. Proprio nella direzione di costruire concretamente il percorso verso lo sciopero, l'assemblea di oggi lancia per l'11 dicembre una giornata nazionale di contestazione alle politiche economiche del governo per reclamare la convocazione dello sciopero generale e generalizzato.

Per concludere: a luglio 2011 saranno dieci anni dalle grandi giornate del G8 di Genova. Pensiamo che la rievocazione di Genova non sia semplicemente un fatto di memoria, ma sia soprattutto una tensione che dobbiamo recuperare. Una capacità di discorso e di costruzione collettiva di un'altra idea di società. Per questo invitiamo tutti ad aprire un ragionamento in vista del luglio 2011, a costruirlo nei territori e nei luoghi sociali, per provare a riportare nelle strade quello spirito, quella tensione, quella voglia di innovare.

Uniti contro la crisi per riprenderci il futuro

Roma 17 ottobre 2010

Cuffie in Agitazione contro la crisi!

qui di seguito il comunicato stampa redatto dalle Cuffie in Agitazione Phonemedia di Trino Vercellese in merito alla partecipazione al corteo del 16 ottobre indetto dalla Fiom


UNITI CONTRO LA CRISI!

Sabato 16 ottobre 2010 si sono ritrovate in piazza Esedra alla manifestazione FIOM le Cuffie in Agitazione , con l'obiettivo di unirsi con tutte le soggettività del mondo del lavoro, contro la crisi economico-speculativa che ci attanaglia. Ci siamo sentiti partecipi di questa iniziativa che parte dal basso, dalla gente vera, dalle persone che la crisi la vivono sulle loro spalle giorno dopo giorno, le quali non si rispecchiano più in questa società fatta di clientelismo e di strutture che sulla carta si schierano vicino ai problemi reali ma che in realtà altro non sono che servi di questo governo e dei poteri industriali.

La manifestazione indetta dalla FIOM è stata, e speriamo sarà, lungimirante perchè ha saputo amalgamare tutte le voci, dalla più forte alla più debole in un unico coro “uniti contro la crisi”; la piazza, tutta, ha invocato lo sciopero generale e generalizzato che noi ci sentiamo di promuovere e praticare a partire dal nostro territorio.

Noi come Cuffie in Agitazione abbiamo partecipato allo spezzone - Uniti Contro la Crisi - perchè è lì che vediamo una lettura reale della società e la possibilità di poter portare avanti la nostra vicenda, collegandoci con tutti quell* che quotidianamente resistono alla crisi; precari, studenti e migranti.

Reddito di cittadinanza, carta dei servizi e nuovo welfare, oltre alla richiesta dello sciopero generale, sono i contenuti emersi fuori dalla manifestazione tutta e dal corpo del lavoro “vivo”, richieste che a loro tempo furono definite “strampalate” da alcuni settori del sindacalismo vercellese (magari quelli vicini a coloro che fanno gli accordi separati, tipo a Pomigliano), ma che in realtà sono elementi su cui ragionare e investire per avviare una nuova stagione dei diritti e non dei ricatti!

La cassa integrazione fra un po' finisce, forse sarà rinnovata, i nostri bisogni restano, se pensavano di comprare il nostro silenzio con un piatto di lenticchie si sono sbagliati di grosso!

Cuffie in Agitazione Phonemedia



domenica 10 ottobre 2010

VERSO IL 16 OTTOBRE!assemblea pubblica mercoledi 13-10!


L'accordo separato su Pomigliano, l'attacco ai diritti e al contratto nazionale, la voracità di Marchionne e soci, la crisi "strutturale" dell'economia capitalista, l'attacco ai beni comuni e ai territori, la distruzione della scuola pubblica; dentro questo piano i movimenti si inseriscono e individuano nella manifestazione del 16 ottobre della Fiom una prima tappa per ricomporre tutti i conflitti che si sono innestati dentro, contro e oltre la crisi economica e sociale.

Unire i conflitti per elaborare un cammino comune anche nel nostro territorio, partendo da dove siamo riusciti ad elaborare pratiche e lotte condivise che sono state capaci di parlare con tutta la comunità bicciolana.
La lotta delle cuffie in Agitazione Phonemedia, quella per la difesa della scuola pubblica, il comitato per il diritto alla casa, il movimento studentesco, i metalmeccanici dentro la crisi industriale vercellese, i movimenti che si battono contro le spese militari come l'assemblea permanente NOF-35; da questa angolazione della società noi vogliamo leggere il mondo provando a darci delle risposte o degli spunti per il futuro.

Lanciando la manifestazione del 16 ottobre a Roma intavoliamo un dibattito pubblico mercoledì 13 ottobre al csa mattone rosso alle ore 21,30.

ne discuteremo con:

Francesco "Roger" Ruggiero (direttivo Fiom-rsu cerutti)

Matteo Cussotto (cuffie in Agitazione Phonemedia)


Claudio Canato (maestro, comitato difesa della scuola pubblica)


inoltre, ci saranno dei contributi della rete studentesca vercellese e un collegamento telefonico con i movimenti novaresi NO F-35



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www.piratidellerisaie.tk
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venerdì 8 ottobre 2010

NO GELMINI DAY! la grande mareggiata invade Vercelli!








Centinaia di studentesse e studenti, precari/e, maestri, docenti delle superiori, personale ata hanno invaso la città dando vita a mobilitazioni diffuse in tutto l'arco della giornata.

Nel mattino le studentesse e gli studenti hanno riempito le strade invadendo il provveditorato agli studi; l'onda si è trasformata, da subito, in grande mareggiata; parole determinate che immediatamente cercano di cancellare la riforma Gelmini e che provano di riscriverne un'altra, dal basso, con tutte le componenti del mondo della formazione.





Vogliono trasformare le nostre scuole in aziende-caserma, vogliono negarci un sapere critico, pensano di starci riuscendo a suon di tagli e licenziamenti ma non hanno ancora compreso che questi volti travolgeranno chi si oppone ad una scuola pubblica accessibile a tutte e tutti.

Nel pomeriggio i lavoratori e le lavoratrici della scuola hanno promosso un sit-in in centro città molto partecipato che si è collegato fisicamente e simbolicamente al corteo effettuato in mattinata.

Vercelli è stata inondata dai centinaia di corpi in movimento che si stanno battendo per un altro modello di scuola, ma questo è solo l'inizio.



rete studentesca vercellese

martedì 5 ottobre 2010

L'ONDA E' TORNATA, GELMINI SEI AVVISATA!


VENERDI' 8 OTTOBRE

- SIT-IN DAVANTI AL PROVVEDITORATO DI VERCELLI, DALLE ORE 8,30 - 9,00, Via G. Jolito c/o I.T.C. Cavour

- SIT-IN LAVORATORI DELLA SCUOLA ALLE ORE 15,00 IN CORSO LIBERTA' , angolo via Vittorio Veneto

SIETE TUTTI INVITATI, L' UNICO MODO PER FARCI SENTIRE E' QUESTO!! SOSTENETE LA RETE STUDENTESCA VERCELLESE!!

L' U N I C A S A L V E Z Z A E' IL M O V I M E N T O

NO AI TAGLI ALLA SCUOLA PUBBLICA

NO ALLA TRASFORMAZIONE DELLE NOSTRE SCUOLE IN AZIENDE

I N V E S T I A M O SULLA C O N O S C E N Z A

RISCRIVIAMO DAL BASSO UNA NUOVA RIFORMA... LA NOSTRA!!!

RETE STUDENTESCA VERCELLESE

(cercateci su facebook!--->http://www.facebook.com/home.php?#!/group.php?gid=131657660218557&v=info ///a breve sarà allestito un sito)

giovedì 30 settembre 2010

London Calling///un'altra volta, un'altra onda!





corrispondenza da Londra da un nostro fratello in lotta!


Ciao a tutti da Londra,
sono Michele uno dei tanti italiani in esilio volontario in questa grande citta! Mi è stato chiesto di spiegare ciò che sta avvenendo alla mia università e più in generale qui in inghilterra; ok! I'm ready!

Pur sapendo la complessità di questa situazione ho deciso di provare a spiegarvela in poche righe, per questo motivo chiedo scusa se alcune informazioni non sono chiarissime, ma quel che scrivo e’ quel che so e quel che vivo!

Allora tornando a noi, che sta succedendo qui? beh dove iniziare. Ok! Come tutti sapete stiamo passando una delle peggiori crisi che questo sistema economico abbia mai passato, i governi in tutto il mondo stanno cercando di convincere i loro elettori che il miglior modo per ritornare all’equilibrio(squilibrio) economico del quale "godevamo"(subivamo) prima sia tagliare le spese dei servizi pubblici e lasciare il settore privato prendersene cura.

Cercano anche di farci dimenticare che questa crisi è stata solo creata dai giochi sporchi di avarizia delle piu grandi compagnie finiziarie mondiali, pensavano di poter creare soldi inesistenti e fare credere ad alcune persone di avere a disposizione ricchezze inesistenti !

Comunque, questo e ciò che sta accadendo anche qui in Inghilterra dopo che i Conservative (Destra, new right) hanno preso il potere alle ultime elezioni ponendo fine ai 15 anni di governo Labour (centro-sinistra, Third way).
Da li, 6 di maggio, alla fine del mese sono iniziati gli annunci di guerra : il gorveno precedente ha speso troppo….dobbiamo ridurre la dipenza dallo stato dei cittadini , in poche parole, non ci sono più soldi quindi adesso se sei povero sono cazzi tuoi, se sei malato e non puoi lavorare sono cazzi tuoi !

Il messaggio era chiarissimo : « non ci sono piu soldi e quindi la cosa migliore da fare è spendere meno in servizi pubblici lasciando perire senza aiuto le vittime di questo sistema economico selvaggio ».
Questo tocca tutti i servizi pubblici compreso ciò che viene chiamato qui Higher Education, che tradotto vuol dire educazione superiore (Universita’ e educazioni superiori varie).


Di conseguenza, anche se la mia università (la più multietnica università di londra! non è come in Italia, qui la parola "multietnica" è una parola positiva..scusate, ci tenevo a dirlo) è una delle poche in condizioni economiche più che positive (hanno fatto 5 milioni di pound di profitto l’anno scorso) ha dovuto/deciso seguire la linea del governo e annunciare 100 casse integrazioni tra i lettori, di pagare i professori 0,5 meno di ciò che e stato decretato dal national pay bargain (qui in Uk per assicurarsi che una buona istruzione universitaria sia distribuita equamente nel paese, tutti i professori di tutte le universita vengono pagati lo stesso stipendio, ciò viene decretato dal "National pay Bargaing", non si traduce !), di chiudere il centro di lingue, di chiudere il fondo prestiti di emergenza per gli studenti.

Pensiamo che abbiano deciso di prendere queste decisioni così drastiche perchè la nostra università è conosciuta come completamente spenta, dove non c’e quasi l’ombra del movimento universitario, ...e anche perchè il nostro Chasellors (rettore) sembra essere molto amico di David Cameron, quindi, propenso a utilizzare la nostra università come topino da laboratorio per adottare quelle misure politiche che rendono il mercato "regolatore unico" a discapito della conoscenza.
Ma se pensavano di ritrovarci supini e seduti nelle nostre aule, si sono sbagliati!...La lotta è iniziata anche qui!

Dovreste vedere quanta paura hanno, pensavano stessimo zitti ma…abbiamo iniziato due giorni fa la raccolta di firme per una petizione che chiede al Boss(il rettore) di ritrattare su tutte quelle decisioni da lui prese e prima elencate. Abbiamo già 500 firme, puntiamo a 5000(la nostra università ha 23000 studenti). Abbiamo anche organizzato una marcia di protesta nel nostro campus per il 12 ottobre (e diverse manif sauvage, una anche a London Road, la strada più trafficata di Londra).
Il punto è che questo è solo l’inizio ! il 20 annuceranno i veri tagli e a quel punto saremo pronti !
rimanete connessi !
...e fatemi sapere come procede la lotta in Italia!
united we stand, united we win!
Uniti contro la crisi!

dallo "student union" in lotta
Michele Kidane Mariam

domenica 12 settembre 2010

35 DENUNCE NON FERMANO IL DISSENSO!


35 denunce alle/agli attiviste/i di Vercelli, Biella e Novara. Denunce per cercare di fermare il dissenso che si alza dal basso, denunce effettuate nelle città di provincia ma che stanno pienamente dentro al quadro più ampio della politica nazionale. Mentre la politica si spettacolarizza e il dibattito pubblico si avviluppa su se stesso, le istanze che provengono da realtà sociali e non dalla rappresentazione della politica non trovano spazio se non con la criminalizzazione o con la marginalizzazione. Soffocare le criticità e il dissenso nelle realtà più piccole è più facile, ma stiamo vedendo che anche nelle metropoli si tenta di colpire chi cerca di contrapporsi al presente (vedi contestazione a Bonanni, bordate da destra a sinistra solo perchè si è cercato di denunciare la macelleria sociale che stanno avanzando cisl-federmeccanica-confindustria-marchionne). NON FERMERETE MAI IL NOSTRO DISSENSO PERCHE' MAI SAREMO COMPATIBILI CON VOI!

qui di seguito il Comunicato Stampa...


comunicato stampa
QUESTURE E FASCISTI:DEMOCRAZIA DELLA REPRESSIONE

Negli ultimi anni i politicanti di destra, rincorsi da una certa sinistra (Violante in testa) hanno teso la loro azione al revisionismo storico, allo stravolgimento dei valori dati dalla Resistenza. In questa situazione il riapparire sulla scena di gruppi nostalgici di chiara ispirazione neofascista e neonazista è tutt’uno col tentativo di garantire loro agibilità politica e fisica.

In questo frangente chi lotta per la salute, per la difesa dei territori, per i diritti degli immigrati e dei lavoratori si trova ad essere oggetto dell’attacco e delle minacce di costoro.

E’ così che coloro che ancora si ispirano ai valori dell’antifascismo si siano mobilitati in occasione di queste apparizioni.

Tra ottobre e novembre 2009 siamo stati protagonisti a Novara e a Vercelli di due momenti di antifascismo militante, fatti a cui sono seguite ben 35 denunce che hanno colpito antifascisti di Novara, Vercelli e Biella.

Il 31 ottobre scorso il comune di Novara ha concesso lo spazio pubblico della Barriera Albertina al Partito nazional popolare per l’unificazione dell’area che, tra gli altri, aveva invitato esponenti di Forza nuova ed ex repubblichini, per parlare di F 35; un chiaro tentativo di confondere le acque rispetto alla lotta che a Novara porta avanti l’Assemlea permanente No F 35.

In quell’occasione, per impedire la riunione, una ventina di persone hanno occupato l’area antistante lo stabile, hanno subìto violenza da parte delle forze dell’ordine, ma sono riusciti ad ottenere lo spostamento dell’assemblea fascista in un altro luogo.

Il 28 novembre a Vercelli, sempre una ventina di militanti, si è opposta alla presenza di Forza nuova, partito neonazista che sta tentando il proprio ingresso in città.

Il fatto che questure e procure si prodighino per colpire i militanti antifascisti è un chiaro segnale del tentativo di criminalizzare e spegnere ogni voce di dissenso che denuncia l’inaccettabilità di queste presenze nelle nostre città, mentre si lascia spazio a formazioni che, forti di coperture istituzionali, si rendono colpevoli o ispiratrici di aggressioni a tutto ciò che è “diverso”.

Chiediamo che tutti i sinceri antifascisti pongano la loro attenzione a quello che sta succedendo nei nostri territori, che chi, forte dei valori della Resistenza, si mobiliti insieme a noi perché non siano concessi spazi pubblici a chi si fa portatore di ideali di odio e sopraffazione, in contrasto, con lo stesso dettato costituzionale che qualcuno dice di voler difendere.

Pirati delle Risaie -VERCELLI-

CSA Mattone Rossa -VERCELLI-

Collettivo Stella Rossa -BIELLA-

Circolo Banditi d’Isarno -NOVARA-